ADATTAMENTO

DISTURBO DELL’ADATTAMENTO

La presenza di sintomi emotivi o comportamentali in risposta a un evento stressante identificabile rappresenta la caratteristica fondamentale dei disturbi dell’adattamento. Lo sviluppo dei sintomi si manifesta entro tre mesi dell’insorgenza dell’evento o degli eventi stressanti. L’evento stressante può essere un evento singolo (per es., la fine di una relazione sentimentale), oppure possono esservi eventi stressanti multipli (per es., marcate difficoltà economiche e problemi coniugali).

Gli eventi stressanti possono essere ricorrenti (per es., associati a crisi economiche stagionali, relazioni sessuali insoddisfacenti) oppure continui (per es., malattia fisica con dolore persistente e aumento di disabilità, vivere in un quartiere con alto tasso di criminalità).

Gli eventi stressanti possono interessare un singolo individuo, un’intera famiglia, un gruppo o una comunità più ampia (per es., un disastro naturale). Alcuni eventi stressanti possono accompagnare specifici eventi evolutivi (per es., andare a scuola, andare via di casa, tornare a vivere con i genitori, sposarsi, diventare genitori, non riuscire a raggiungere obiettivi professionali, pensionamento).

I disturbi dell’adattamento possono essere diagnosticati in seguito alla morte di una persona cara quando l’intensità, la qualità o la persistenza delle reazioni di dolore eccedono quelle che possono essere normalmente attese, una volta prese in considerazione le norme culturali, religiose o adeguate all’età. Un set più specifico di sintomi correlati è stato definito disturbo da lutto complicato persistente.
I disturbi dell’adattamento sono associati a un aumentato rischio di tentativi di suicidio e a suicidio attuato.

Una volta che l’evento stressante o le sue conseguenze sono superati, i sintomi non persistono per più di altri 6 mesi

I disturbi dell’adattamento sono comuni, sebbene la prevalenza possa variare ampiamente in funzione della popolazione studiata e dei metodi di valutazione utilizzati. La percentuale di individui sottoposti a un trattamento ambulatoriale con una diagnosi principale di disturbo dell’adattamento varia da circa 5 a 20%. in strutture ospedaliere di consultazione psichiatrica, esso è spesso la diagnosi più comune, raggiungendo frequentemente il 50%.
Le persone che hanno condizioni di vita svantaggiate sperimentano un alto tasso di eventi stressanti e possono essere ad alto rischio per i disturbi dell’adattamento.
I disturbi dell’adattamento si specificano nei seguenti sottotipi:
1. Con umore depresso: umore basso, facilità al pianto o disperazione dominanti.
2. Con ansia: nervosismo, inquietudine, agitazione o ansia di separazione sono predominanti.
3. Con ansia e umore depresso misti: una combinazione di depressione e ansia è predominante.
4. Con alterazione della condotta: un’alterazione della condotta è predominante.
5. Con alterazione mista dell’emotività e della condotta: sia sintomi emotivi sia un’alterazione della condotta sono predominanti.
6. Non specificati: per le reazioni disadattive che non sono classificabili come uno dei sottotipi specifici di un disturbo dell’adattamento.

Il disturbo dell’adattamento può essere: acuto, se il disturbo dura meno di sei mesi; persistente se il disturbo dura 6 mesi o più.

La sofferenza soggettiva o la compromissione del funzionamento associate ai disturbi dell’adattamento si manifestano spesso con ridotte prestazioni lavorative o scolastiche e cambiamenti temporanei nelle relazioni sociali. Un disturbo dell’adattamento può complicare il decorso di una malattia in individui affetti da una condizione medica generale (prolungamento della degenza ospedaliera, diminuita collaborazione nel trattamento terapeutico raccomandato).

 

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